Come scegliere il giusto vino

Wines
Monday, December 17, 2018

Trovare una buona bottiglia di vino non è semplice. Un po' dipende dai gusti personali, un po' dai produttori (se vendemmia, spremitura, vinificazione e imbottigliamento non sono stati fatti bene c'è poco da fare), ma ci sono alcuni trucchi per fare la scelta giusta. E per non sbagliare puoi consultare il nostro test vini.

Leggi l'etichetta

Leggere l'etichetta è il primo passo per scegliere un buon vino. Esistono delle indicazioni sono obbligatorie per legge, quali:

Esistono tuttavia altre indicazioni facoltative che sarebbero di grande utilità per il consumatore, come: il nome del produttore, il metodo di produzione (per esempio l'invecchiamento), la varietà d'uva utilizzata, gli abbinamenti consigliati.

I vini invecchiati

Durante l’invecchiamento dei vini si hanno reazioni di evoluzione del colore, del sapore e degli aromi che portano a un miglioramento delle caratteristiche organolettiche di un vino: durante questa fase infatti il vino si stabilizza, si armonizza nel gusto (si ammorbidisce, l’astringenza in parte si attenua) e nell’aroma (se vengono utilizzate botti e sono nuove, il vino può acquistare sentori di vaniglia, tostato, chiodi di garofano, noce di cocco derivanti dal legno). In genere quindi, un invecchiamento porta ad aromi più complessi e a una maggior struttura, ma, come accade per il grado alcolico, non è l'unico elemento capace di rendere grande un vino.

La gradazione alcolica dei vini

Non è detto che un vino con un alto grado alcolico sia più buono. È vero che le componenti del vino che donano corpo, cioè struttura al vino, sono l’alcol e l’estratto (quest’ultimo formato da acidi, zuccheri, polifenoli, sali minerali, glicerina, glucidi e altri componenti ancora), e che quindi più queste sostanze aumentano più è elevata la percezione di spessore e corpo, il che dona sensazioni positive in un vino. Ma da sola questa caratteristica non è sufficiente per rendere un vino di qualità. Un vino può essere corposo, ma per esempio non equilibrato al gusto (il buon gusto di un vino risulta dall’equilibrio tra acidità, alcol e tannini), oppure presentare all’olfatto profumi sgradevoli o poco intensi, o può essere poco persistente dopo essere stato deglutito (presentando quindi caratteristiche che vanno a deprimere il piacere nell’assaggio di un vino).

Vini di uguale annata e denominazione non sono uguali

Questo accade perché i disciplinari di produzione non sono così rigidi e prevedono un certo margine di variabilità. Per esempio, per produrre il Rosso di Montepulciano, la legge stabilisce che debba essere utilizzato Sangiovese per almeno il 70 %, a cui è possibile aggiungere fino a un massimo del 30 % uve idonee alla coltivazione nella regione Toscana, purché la percentuale dei vitigni a bacca bianca non superi il 5%. Ogni produttore, quindi, ha già in questa prima fase tali margini per poter caratterizzare il proprio prodotto. Non è previsto poi, sempre per il Rosso di Montepulciano, un periodo di invecchiamento obbligatorio, così come un periodo minimo di affinamento in bottiglia, per cui anche in questi casi ogni azienda procede senza particolari vincoli. In più è da considerare anche l’attenzione che ogni azienda riserva nel mantenere standard qualitativi elevati in ogni passaggio dell’intero processo. Ne consegue quindi che i vini possono avere caratteristiche anche molto differenti tra loro, pur avendo la stessa denominazione.

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